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In Nigeria le bottiglie di plastica abbandonate diventano abitazioni sostenibili

In Nigeria l’inquinamento da plastica rappresenta un problema di difficile gestione, come in molti paesi del sud del mondo la raccolta differenziata è largamente deficitaria e mancano centri di smaltimento e riciclaggio. La plastica abbandonata riempie le strade e spesso termina nel mare, tanto che il Paese africano è classificato al nono posto [1] al mondo per l’inquinamento degli ambienti marini. Ma ora la situazione sta iniziando a cambiare grazie a un progetto partito nella provincia di Kaduna, dove le bottiglie sono diventate la materia prima per costruire abitazioni confortevoli e a basso costo, con caratteristiche strutturali migliori rispetto a quelle in muratura.

Per fare una casa servono circa 14.000 bottiglie, raccolte per strada e nelle discariche. Il progetto di Kaduna impiega studenti e disoccupati, che riempiono le bottiglie di sabbia prima di collocarle in soluzione di colla naturale e fango. Le bottiglie vengono quindi utilizzate come mattoni per la costruzione della casa e l’esterno viene fissato con una rete e poi ricoperto. Il risultato (ammirabile in questo servizio [2] pubblicato qualche tempo fa dall’emittente araba Al Jazeera) è una casa che costa un terzo in meno delle abitazioni tradizionali e che secondo i test risulta fino a diciotto volte più resistente di quelle in muratura e perfettamente antisismica. Il progetto è stato lanciato da un’associazione locale, la Development Association for Renewable Energies, che ora spera di ottenere fondi per poter proseguire in un’opera che può rappresentare una soluzione sia per le esigenze abitative della popolazione, sia per l’ambiente.