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Vaccini AstraZeneca: per l’Ema sotto i 50 anni più rischi che benefici

In Italia, sulla base dell’attuale circolazione del Covid-19, i vaccini AstraZeneca somministrati alle persone al di sotto dei 50 anni generano più rischi che benefici. È quanto si deduce da un grafico [1] fatto dall’Ema (Agenzia europea per i medicinali) il 23 aprile che si basa sui dati relativi a settembre 2020, mese in cui vi era una bassa circolazione del virus: l’ente chiarisce come per i giovani (fino a 49 anni) il rischio di trombosi provocata dal vaccino anglo-svedese superi quello di morire a causa del Covid. E per capire perché tali dati siano più che mai attuali, basterà ricordare che nel mese preso in considerazione dall’Ema vi erano 55 contagiati ogni 100 mila abitanti alla settimana ed in Italia attualmente sono 7 le regioni “bianche”, in cui vi è una situazione simile: per essere classificate in tal modo, infatti, esse devono avere avere un’incidenza settimanale sotto i 50 casi ogni 100mila abitanti.

Tuttavia proprio in Italia, nonostante quanto riportato dall’Ema, sono stati ultimamente somministrati i vaccini AstraZeneca e Johnson&Johnson (entrambi a vettore virale) negli open day dedicati ai giovani, in particolare ai maturandi. Si tratta di una scelta che, con ogni probabilità, è stata presa a causa della necessità di smaltire le dosi e di accelerare le somministrazioni. Successivamente, però, alcune regioni hanno cancellato gli open day in questione per i casi di trombosi verificatisi in due giovani donne vaccinatesi con AstraZeneca. Motivo per cui nella giornata di oggi è atteso un nuovo parere del Comitato tecnico scientifico (Cts) a riguardo. Purtroppo, però, c’era da aspettarselo: l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) infatti non ha mai cancellato la raccomandazione a non somministrare AstraZeneca e Johnson&Johnson al di sotto dei 60 anni. Anzi, il 26 maggio ha ribadito [2] che l’uso preferenziale resti quello dedicato alle fasce più anziane e che «la sicurezza della somministrazione di AstraZeneca nei soggetti di età inferiore a 60 anni rimane un tema ancora aperto, e sul quale vi sono margini di incertezza». Ma, trattandosi appunto di un semplice consiglio, i ragazzi hanno potuto comunque vaccinarsi: è bastato firmare il modulo del consenso informato per accettare i rischi e ricevere l’iniezione.

Riguardo tale questione, inoltre, c’è stata anche la reazione di alcuni dottori e scienziati. Nello specifico, l’Associazione Luca Coscioni ha inviato una lettera [3] firmata da esperti,  medici vaccinatori e scienziati al presidente Mario Draghi, al generale Figliuolo e ai presidenti delle Regioni, nella quale si chiede di «sospendere immediatamente la distribuzione del vaccino anti-covid19 Astrazeneca e Johnson and Johnson alle persone giovani di età a causa dei documentati rischi per la salute e la vita». Infatti, i firmatari affermano come sia ormai risaputo che «i vaccini a vettore adenovirale possono causare in soggetti probabilmente predisposti la trombosi venosa trombocitopenica (VITT)1, un effetto collaterale raro che può avere esito fatale». In tal senso, «la nota informativa del vaccino AZ riporta la VITT come possibile effetto indesiderato che può interessare fino a 1 persona su 10.000». Dunque, siccome i maturandi italiani sono quest’anno circa 500.000, «se anche solo metà di loro fossero vaccinati con AZ, secondo la nota informativa di questo vaccino in 25 potrebbero essere colpiti da VITT». Infine, conclude l’associazione, anche una sola eventuale morte non potrebbe essere giustificata, dato che «conosciamo i rischi e abbiamo le dosi necessarie di Pfizer e Moderna per vaccinare in maniera sicura anche i nostri ragazzi».

INTEGRAZIONE DELLE 19:00 DEL 16/06/2021: In seguito ad ulteriori approfondimenti abbiamo appreso che questa analisi dell’Ema attualmente non costituisce una definitiva valutazione del rapporto rischi-benefici del vaccino, motivo per cui essa potrebbe essere soggetta a delle modifiche. Ad ogni modo peró, come abbiamo correttamente riportato all’interno dell’articolo, tali dati avrebbero potuto essere presi in considerazione dal governo. Infatti, l’Ema afferma che l’analisi sia stata effettuata proprio per «supportare le autorità nazionali nel prendere decisioni che permettano di utilizzare al meglio il vaccino nei loro territori».

[di Raffaele De Luca]