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Crisi climatica, associazioni fanno causa allo Stato italiano

Seguendo l’esempio di altri paesi, anche diverse associazioni italiane hanno fatto causa allo Stato per inadempienza contro la crisi climatica. Sono 203 i ricorrenti, composti da 24 associazioni, 17 minori e 162 adulti. L’iniziativa, concretizzatasi nei giorni scorsi e presentata a Roma da A Sud Onlus [1], chiede azioni concrete per contrastare il riscaldamento globale. La causa è iniziata il 5 giugno scorso dinanzi il Tribunale Civile di Roma. Lo Stato italiano, rappresentato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, è accusato di non essersi impegnato a sufficienza al fine di ridurre le emissioni di gas serra. Diminuendo, così, le probabilità che gli obiettivi fissati a Parigi vengano raggiunti. In particolare, associazioni e privati chiedono che allo Stato venga imposto di ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 92%, rispetto ai livelli del 1990, entro il 2030.

A sostegno delle richieste del gruppo di ricorrenti italiani ci sono diverse evidenze scientifiche. Secondo un rapporto redatto da Climate Analytics [2], «seguendo l’attuale scenario delle politiche italiane – si legge nel documento – ci si attende che le emissioni al 2030 siano del 26% inferiori rispetto ai livelli del 1990. Stando a queste proiezioni del governo, però, l’Italia non riuscirà a raggiungere il suo modesto obiettivo di ottenere una riduzione del 36% entro il 2030 come stimato dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC)». L’Italia, infatti, tra le nazioni europee che hanno programmato il passaggio dal carbone al gas, ha ancora il più alto consumo di gas pianificato. Nonostante poi l’Italia punti ad una quota del 30% di energia rinnovabile nel consumo finale lordo di energia entro il 2030, attualmente non avrebbe politiche adeguate per raggiungere questo obiettivo. Secondo gli autori del report, inoltre, l’attuale obiettivo italiano sarebbe così poco ambizioso al punto che, se altri paesi dovessero seguirlo, porterebbe probabilmente a un riscaldamento globale di oltre 3°C entro la fine del secolo.

In tutto il mondo, sono oltre mille i casi legali in corso relativi alla crisi climatica. E qualcuno ha anche riscosso particolare successo. Come nel caso della Germania. Verso la fine di aprile, la Corte costituzionale tedesca ha obbligato il governo di Berlino a cambiare la propria legge sul clima ordinandolo a renderla più severa e ambiziosa.

[di Simone Valeri]