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Onu, nasce Commissione d’inchiesta sulle violazioni dei diritti umani da parte di Israele

Il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni unite ha adottato una storica risoluzione per l’istituzione di una Commissione d’inchiesta permanente ed indipendente che avrà lo scopo di monitorare e registrare le violazioni dei diritti umani da parte di Israele nei confronti dei palestinesi, nonché di indagare sulle cause delle tensioni in Israele, nella striscia di Gaza ed in Cisgiordania. La creazione della Commissione è stata approvata con 24 voti a favore, 9 contrari e 14 astenuti: tra i Paesi che hanno votato a favore ci sono Cina e Russia, mentre ad opporsi sono stati alcuni Paesi occidentali ed africani. Inoltre, gli Stati Uniti non hanno preso parte alla votazione ed hanno espresso un profondo dispiacere per la decisione. Una reazione negativa è ovviamente arrivata anche da parte dei diretti interessati: Benjamin Netanyahu, il Primo ministro di Israele, ha definito «vergognosa» questa iniziativa, che secondo il premier rappresenta «l’ennesimo esempio della palese ossessione anti-israeliana del Consiglio delle Nazioni unite per i diritti umani».

Ma la decisione dell’Onu non sembra così immotivata come sostiene Netanyahu. Essa infatti arriva ad una settimana dalla tregua delle ostilità [1] (durate 11 giorni) tra Gaza ed Israele, che ha condotto attacchi aerei in zone densamente popolate. Questi ultimi hanno provocato la distruzione delle infrastrutture civili a Gaza nonché centinaia di vittime innocenti: per rendere l’idea, Israele si è resa protagonista dell’uccisione di oltre 60 bambini palestinesi. Per questo, l’Alto commissario dell’Onu, Michelle Bachelet, ha dichiarato che i raid di Israele «possono costituire crimini di guerra».

A tal proposito, non si tratta della prima volta che viene posta la lente d’ingrandimento su tali crimini da parte di Israele: la Corte penale internazionale (CPI) ha recentemente aperto un’indagine sui presunti crimini di guerra [2] commessi nel 2014 dallo Stato ebraico nella Palestina occupata dato che, anche in quel caso, il forte dubbio è rappresentato dal fatto che Israele potrebbe non aver effettuato alcuna distinzione tra gli obiettivi militari e quelli civili.

[di Raffaele De Luca]