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Facebook, sul Covid ora è vera censura: via i post che alimentano il dubbio

Due informatori interni di Facebook hanno affermato e dimostrato che il social network sta censurando i contenuti che esprimono esitazione sui vaccini: non importa se siano fake news o meno, essi vengono nascosti alla vista del pubblico semplicemente se sono potenzialmente in grado di instaurare dubbi nei confronti delle vaccinazioni anti Covid. A tal proposito, alcuni documenti [1] interni che mostrano il meccanismo in base al quale viene effettuato questo silenziamento sono stati consegnati dai denunciatori a “Project Veritas”, un’organizzazione che si occupa di rivelare ciò che i media mainstream generalmente nascondono, la quale li ha successivamente resi pubblici. Nello specifico, un documento intitolato “Vaccine Hesitancy Comment Demotion”, mostra che l’obiettivo di Facebook sia quello di «ridurre drasticamente l’esposizione dell’utente all’esitazione del vaccino». Un altro, denominato “Borderline Vaccine Framework”, illustra come identificare e classificare i “contenuti non violanti” che però potrebbero scoraggiare le persone a sottoporsi alla vaccinazione in determinati contesti. Essi nel documento vengono «suddivisi in base al potenziale danno e al contesto necessario per valutare il danno».

Inoltre, un tecnico del data center di Facebook ha rilasciato una intervista [2] per Project Veritas in cui ha spiegato che il social sta iniziando ad utilizzare «classificatori nei propri algoritmi» per etichettare determinati contenuti sui vaccini. In pratica, all’insaputa degli utenti viene assegnato un punteggio a questi contenuti chiamato “Punteggio di esitazione del vaccino”, ed in base al punteggio ricevuto essi vengono declassati o meno. «Precisamente le classificazioni attribuite dall’algoritmo sono di due livelli, una è di “Allarmismo e critica” e l’altra di “Scoraggiamento indiretto ai vaccini”, che include il rifiuto del vaccino e le cosiddette “storie scioccanti” che possono dissuadere altri dal sottoporsi all’immunizzazione», ha aggiunto il tecnico, il quale ha anche rivelato che questo algoritmo è stato già testato sull’1,5% dei suoi 3,8 miliardi di utenti . «Stanno cercando di controllare il contenuto prima ancora che arrivi sulla tua pagina, prima ancora che tu lo veda», ha concluso.

Così, è arrivata la risposta di Facebook a queste accuse, che però anziché smentire tale modo di operare lo ha confermato. Infatti, un suo portavoce aziendale ha dichiarato a Project Veritas che la multinazionale ha «annunciato in modo proattivo questa politica sul blog aziendale ed ha anche aggiornato il Centro assistenza con queste informazioni».

Insomma, Facebook non vuole più semplicemente silenziare i contenuti “no vax” non verificati [3], ma ha intenzione di spingersi ben oltre, nascondendo quelli che alimentano i dubbi sui vaccini a prescindere dalla veridicità o meno di quello che viene affermato. Si tratta di censura vera e propria, fatta con lo scopo di impedire agli utenti di leggere tutto ciò che contrasta con il pensiero unico, che viene promosso dai social in maniera sempre più esplicita.

[di Raffaele De Luca]