- L'INDIPENDENTE - https://www.lindipendente.online -

Vietato criticare l’Europa: la censura (quella vera) sbarca in Rai

La trasmissione “Anni 20”, andata in onda su Rai 2 nella giornata di giovedì, è finita sotto accusa a causa di un breve servizio [1] avente ad oggetto una satira critica sulle politiche dell’Unione europea. Una vera e propria bufera si è scatenata nei confronti del programma per aver trattato in maniera polemica temi come: il regolamento con cui è stato consentito l’uso di vermi dalla farina gialla [2] come nuovo alimento, il piano vaccini ed il Recovery fund. Un servizio nel quale si definisce quello europeo un “delirio regolatore” e si afferma, in modo sarcastico, che «l’Europa ci chiede di mangiare da schifo», che aver lasciato il piano vaccini nelle mani di Bruxelles ci ha portato ad avere «ancora il coprifuoco» e che il Recovery Fund sia in realtà pieno di nuovi debiti e prestiti.

Immediatamente si è scatenata una enorme polemica nei confronti del servizio definito antieuropeista e molte personalità politiche hanno chiesto un intervento da parte della dirigenza Rai. «Un condensato di fake news di matrice anti europeista indegno non solo del servizio pubblico ma del giornalismo in generale. Adesso basta davvero», ha dichiarato la senatrice del Pd Valeria Fedeli, capogruppo del partito nella commissione parlamentare di vigilanza Rai. Anche il segretario del Pd, Enrico Letta, ha affermato che «quello che è successo a Rai 2, con una propaganda così becera, bieca e falsa contro l’Europa, è intollerabile» e che «la Rai non può più continuare così». Inoltre, il partito +Europa ha annunciato di aver fatto un esposto all’Agcom contro il programma della Rai.

A tutto ciò si aggiunge una lettera [3] inviata al direttore di Rai 2, Ludovico di Meo, da parte del Parlamento europeo e della Commissione europea. Al suo interno si parla di «rammarico per il contrappunto di Anni 20» il quale si sarebbe basato su «elementi falsi, tendenziosi o totalmente travisati». Inoltre, le istituzioni si dicono preoccupate per la «mancanza di controllo sulle informazioni che vengono date al pubblico», e dichiarano di confidare in «un tempestivo intervento soprattutto al fine di evitare futuri scivoloni di questa portata».

Insomma, tutti uniti per la censura contro due minuti di contenuti non perfettamente allineati al palinsesto. Un servizio satirico, sui contenuti del quale ogni spettatore potrà essere d’accordo o meno, trattato come un atto di lesa maestà con tanto di lettera di protesta dei rappresentanti di Bruxelles. Una questione che dovrebbe preoccupare i cittadini ed essere trattata su tutti i giornali, che però non hanno dedicato nemmeno una riga alla vicenda. In pratica, si sta assistendo – senza dibattito – alla definitiva trasformazione della Rai in un canale governativo, dove non è possibile avere programmi che, anche solo in minima parte, si possano permettere di ospitare idee e servizi che mettono in dubbio i dogmi europeisti.

Il tutto a poche settimane dal delirio mediatico scatenato dal “caso Fedez [4]“, quando tutti i leader politici ed i media si sono scandalizzati a causa dell’inaccettabile tentativo di censura nei confronti del discorso del cantante-influencer al concerto del primo maggio. Si tratta degli stessi partiti e degli stessi media che oggi invece stanno invocando la censura.

[di Raffaele de Luca]