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In Francia un gruppo di militari minaccia la “guerra civile”

Domenica 9 maggio 2021, la rivista conservatrice Valeurs Actuelles ha pubblicato una lettera redatta da un gruppo di militari in servizio. Questi si dichiarano offesi dalle scelte governative della Francia, che giudicano ipocritamente islamiste, e annunciano un’insurrezione civile. La lettera (qui il testo integrale in francese [1]) è indirizzata al presidente della repubblica, ai ministri, ai parlamentari e agli ufficiali. Il mittente, l’autoproclamata “generazione del fuoco” (génération du feu).

La generazione del fuoco è un gruppo di militari in servizio, uomini e donne, di varie tipologie e gradi. Si definiscono come «soldati che meritano di essere rispettati», cui è stato però «calpestato l’onore». Sono servitori della Francia, che hanno «dato gli anni più belli della loro vita per difendere la nostra libertà, obbedire ai vostri ordini, per portare avanti le vostre guerre o applicare le vostre restrizioni di bilancio». Ciò che li accomuna tutti: l’amore per il proprio paese e il rancore verso chi vorrebbe, secondo loro, infangare l’immagine della Francia e demonizzarne la storia. Come scrivono nella lettera, l’odio per la Francia sarebbe ormai divenuto la norma.

E se la Francia è oggetto d’odio, sostiene la generazione del fuoco, è colpa del governo, che ne ha fatto un paese «fallito» nonostante le conquiste degli avi. Hanno mandato loro, militari patrioti, a combattere l’Islamismo in giro per il mondo, a vedere i propri compagni morire, e nel frattempo sul suolo francese fanno «concessioni» all’Islam. La generazione del fuoco sostiene di essersi battuta per gli interessi del paese, solo per poi ritrovarsi, in patria, nel degrado, nella criminalità, a vivere in quartieri in cui a valere è la legge del più forte.

Gli autori della lettera si schierano anche contro il comunitarismo, che a loro dire si è insediato nello spazio pubblico e nel dibattito pubblico. Si definiscono però apolitici. La loro lettera è carica di rancore, ma questi militari chiariscono che non si pianifica nessun “pronunciamento militare”. Si limitano ad osservare l’incombenza di una, ben giustificata, insurrezione civile, e la annunciano minacciosamente. Apparentemente un monito che molti osservatori leggono però come un invito alla sollevazione. 

Ad oggi, 250.000 persone hanno firmato la lettera. Si tratta del secondo tentativo. Già il 21 aprile del 2021 la stessa rivista aveva pubblicato una lettera redatta da una ventina di militari in pensione (qui il testo ingrale in francese [2]). Questa prima lettera era stata duramente criticata e rifiutata dal governo come contraria ai principi della Repubblica e ai doveri dell’esercito. Al momento non si sa quale sarà la sorte della seconda.

[di Anita Ishaq]