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Italia, il Senato riceve in pompa magna i golpisti venezuelani

Nei giorni scorsi si è tenuto in Senato un incontro tra la delegazione del governo golpista venezuelano presieduto da Juan Guaidó e parlamentari appartenenti all’Unione interparlamentare per il Venezuela, presieduta dal senatore Pier Ferdinando Casini [1]. La componente venezuelana era composta da Isadora de Zubillaga, vice ministro degli Esteri di Juan Guaidó, Mariela Magallanes, rappresentante in Italia dell’Assemblea nazionale del Venezuela e Leopoldo Lopez, Commissario rappresentante di Juan Guaidó. L’obiettivo della visita era quello di avvicinare il governo italiano alla posizione del governo illegittimo autoproclamato da Guaidó, sostenuto da USA e Unione Europea, con anche l’appoggio della Colombia.

Il perché l’incontro sia avvenuto proprio adesso, è presto detto: la strategia del presidente venezuelano Maduro di riappacificazione con i partiti dell’opposizione di destra sta dando i suoi frutti. Al contrario di quanto spesso venga raccontato o fatto intendere, in Venezuela le elezioni sono frequenti – da quelle municipali a quelle nazionali – e nessun partito viene escluso se partecipa in maniera corretta al processo elettorale. Alle ultime elezioni, tenutesi nel dicembre scorso, oltre 300 osservatori indipendenti [2] ne certificarono la correttezza. Ciò nonostante Guaidó continua a proclamarsi presidente con l’approvazione dell’Occidente. Il tutto senza ottenere risultati concreti nel Paese che pretenderebbe di governare. Anzi ora Maduro ha intrapreso un processo di distensione e dialogo con le forze di opposizione. Risultato: la spaccatura del fronte golpista. Alcuni dei partiti di opposizione si sono staccati dall’alleanza e sono ritornati nell’alveo della legalità e hanno deciso di partecipare nuovamente alle elezioni. Infatti, i partiti di destra non erano esclusi ma avevano deciso di non partecipare.

Dunque, ecco il perché della frettolosa visita in Italia della componente golpista venezuelana che ha paura che il fuoco da loro acceso nel paese si spenga per effetto di una politica tutt’altro che repressiva di Maduro nei confronti delle opposizioni.

Durante la visita, Lopez ha espresso il rifiuto degli «abusi di Maduro» e il sostegno a «negoziati internazionali che portino a elezioni presidenziali libere e trasparenti». Dopo la conferenza stampa, Lopez si è poi lasciato andare alle dichiarazioni di sostegno alla repressione dell’amico Duque, in Colombia [3], con il quale – prima di fuggire in Spagna – minacciò il Venezuela di un’invasione dalla Colombia, con tanto di concertone al confine. Dietro il sostegno italiano alla destra liberista venezuelana ci sono motivazioni di carattere economico che coinvolgono grandi imprenditori italiani o italo-venezuelani – che hanno fatto fortuna in Venezuela, soprattutto nel settore dei costruttori – rappresentati da un arco trasversale di partiti uniti nella “paura del socialismo”. Stessa cosa vale per la Spagna: 100.000 venezuelani vivono a Madrid, principalmente in aree ricche, dove una casa costa 500.000 euro o più. Di questi venezuelani che vivono lì, almeno 50.000 hanno diritto di voto e questo va alla destra e all’estrema destra spagnola.

Anche Leopoldo Lopez, il Commissario rappresentante di Guaidò, vive adesso a Madrid, nel lusso che può permettersi grazie alla ricchezza della sua famiglia. Anche lui è entrato a far parte di quel potente gruppo di pressione che ha acquistato in  Spagna 7.000 appartamenti di lusso e che spende milioni di euro all’anno all’Hotel Riz. Sono coloro che, grazie al supporto delle ambasciate statunitensi, manipolano l’informazione e cercano di dominare l’opinione pubblica dentro e fuori il Venezuela.

[di Michele Manfrin]