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Gli obiettivi climatici iniziano a funzionare (ma ancora non basta)

Siamo sulla buona strada per combattere il surriscaldamento globale. Secondo le previsioni del Climate Action Tracker [1] (CAT), entro la fine del secolo avremo un temperatura di 2,4° in più rispetto alla media dell’epoca pre-industriale. Si tratta di 0,2° in meno rispetto alle precedenti previsioni che stimavano 2,6°. Un segnale indubbiamente positivo, ma siamo ancora lontani dall’obiettivo fissato dall’accordo di Parigi [2], ovvero riuscire a limitare il riscaldamento al di sotto del 1,5°. Come ha dichiarato Bill Hare, amministratore delegato di Climate Analytics, una delle due organizzazioni che ha stilato il CAT, anche se l’accordo sta spronando i governi ad adottare politiche più mirate e specifiche, c’è ancora tanto da fare per raggiungere gli obiettivi prefissati, soprattutto perché molti paesi non hanno ancora ufficializzato e quindi tenuto pienamente fede ai piani. 

I dati raccolti nell’analisi scientifica CAT sottolineano quanto paesi come la Cina e gli Stati Uniti – rispettivamente al primo e al secondo posto per le emissioni di CO2 – debbano essere costanti ma soprattutto pensare – e quindi poi rispettare – politiche climatiche migliori, per diminuire la produzione di anidride carbonica. A tal proposito, il presidente Joe Biden ha dichiarato di recente che gli USA mirano a ridurre le emissioni di gas serra tra il 50% e il 52% entro il 2030, sulla base dei livelli del 2005. Altri paesi come il Canada, il Giappone, il Sud Africa e l’Argentina hanno assicurato il loro impegno al fine di diminuire la produzione di CO2.

Si spera che, in vista della conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP26 [3]), la quale si terrà a Glasgow il prossimo novembre, i paesi elaborino nuovi piani per velocizzare il raggiungimento degli obiettivi previsti dall’accordo di Parigi [2] e dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici [4]. Inoltre, dal 6 al 7 maggio 2021 si terrà il dodicesimo Petersberg Climate Dialogue [5], iniziativa promossa dal Ministero dell’Ambiente tedesco, che ogni anno vede riunirsi i ministri dell’ambiente di numerosi paesi europei per valutare e discutere dei progressi compiuti in materia ambientale e climatica, e definire le politiche da adottare in futuro. Quest’anno uno dei punti discussi riguarderà potenziali finanziamenti destinati ai paesi in via di sviluppo, al fine di aiutarli a ridurre le emissioni di CO2 e a far fronte agli impatti del cambiamento climatico.

 

[di Eugenia Greco]