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A 10 anni dalla morte di Bin Laden, i talebani sono più forti che mai

10 anni fa, nella notte tra l’1 e il 2 maggio del 2011, moriva Osama Bin Laden per mano delle forze speciali statunitensi Navy Seal. Noto fondatore del gruppo terroristico Al-Qaeda e la mente dietro l’attacco alle Torri Gemelle, Bin Laden era il nemico pubblico numero 1 degli Stati Uniti. 10 anni dopo l’avvenimento e al termine di una sanguinosa guerra, la presenza dei talebani in Afghanistan si è rafforzata. I talebani controllano almeno il 70% del paese [1], con molte zone contestate e altrettante che, seppur ufficialmente sotto il controllo del governo, sono vessate da continui attacchi e guerriglia di matrice terroristica. Durante i recenti negoziati di pace con gli Stati Uniti, hanno attaccato persino del personale sanitario locale [2].

Sembrerebbe, come ha affermato lo scrittore e storico afghano Ahmed Rashid in un’intervista [3], che la guerra al terrorismo sia stata un successo solo per gli Stati Uniti. La pacificazione che ha in teoria motivato l’intervento americano in Afghanistan non si è mai avviata, e nessuno ha garantito la sicurezza della popolazione locale. Gli USA si sono liberati del loro nemico, ma hanno lasciato l’Afganistan in balia dei Talebani, il cui potere, ad oggi, è cresciuto.

Ad aprile del 2021, il nuovo presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato di voler ritirare le truppe USA e NATO dal paese. Si tratta di 2500 truppe americane e 7000 truppe di alleati Nato. Il presidente ha detto di volerle ritirare tutte, «per porre fine alla guerra più lunga d’America». L’intenzione è quella di ritirare le truppe entro l’11 settembre del 2021, una data chiaramente simbolica, a 20 anni dall’attacco che sconvolse gli Stati Uniti e che segnò l’inizio della terribile “war on terror.” La decisione è comunque controversa, soprattutto perché motivata dalle pressioni fatte agli USA dai talebani stessi. Oltretutto, sembra che l’atto abbia un valore esclusivamente simbolico, e che gli Americani, più che ritirarsi, stiano cercando di “privatizzare” la guerra [4].

Nel caso di un’improvvisa debolezza del governo afghano, i talebani potrebbero approfittare della situazione e prendere il potere, con una soluzione militare. Zalmay Khalilzad, l’alto rappresentante americano per l’Afghanistan, ha dichiarato [5] che questo rischio non sussiste. Per quanto la partenza delle truppe sia un fatto positivo, la primissima mossa dopo quasi 20 anni per liberare il popolo afghano dalla guerra, rimane il fatto che, tolto un male, la popolazione ne dovrà affrontare un altro. La guerra in Afghanistan è stata lunga, distruttiva e sanguinosa, e la sua fine è un sollievo per tutti. Ma è stato risolto qualcosa in 20 anni?

[di Anita Ishaq]