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Usa: “Ci ritiriamo dall’Afghanistan, ma non significa che ce ne andremo”

Il Segretario di Stato USA, Antony Blinken, in una lunga intervista a tutto tondo [1] con la giornalista Norah O’Donnell, ha affrontato anche la questione legata al ritiro delle truppe statunitensi dall’Afghanistan. L’ex Presidente Trump aveva fissato come “deadline” [2] il primo di maggio di quest’anno. L’attuale Presidente Biden ha poi posticipato il ritiro delle truppe all’11 settembre 2021, giorno simbolico a venti anni di distanza dagli eventi dell’11 settembre 2001, causando l’ira dei talebani. Nell’intervista Blinken ha affermato: «Solo perché le nostre truppe stanno tornando a casa non significa che ce ne andremo».

Il Segretario di Stato ha spiegato che gli Stati Uniti rimarranno con la propria ambasciata e che continueranno con il loro sostegno in ambito economico e umanitario. «Dobbiamo essere preparati per ogni scenario e lì ce ne sono una serie. Noi stiamo guardando questo in modo molto chiaro», ha anche affermato Blinken.

Infatti, vi avevamo già parlato [3] di come il ritiro delle truppe ufficiali statunitensi sia, in realtà, pura propaganda e reale privatizzazione della guerra. Da una parte si prende tempo e dall’altra si mantiene sul campo funzionari, agenti segreti e migliaia di soggetti privati tra contractors militari e quelli civili del settore delle infrastrutture e dell’energia. Insomma, Blinken ci conferma che le parole dell’amministrazione USA non corrispondono con le intenzioni e i fatti. L’Afghanistan, in un modo o nell’altro, non verrà lasciato.

[di Michele Manfrin]