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Colombia, proteste dopo l’ultima riforma neoliberista: la polizia fa 35 morti

Da mercoledì 28 aprile 2021, in Colombia si è scatenato uno sciopero generale di proporzioni enormi. La causa scatenante è stata l’introduzione di una riforma tributaria da parte del governo neoliberista di Iván Duque Márquez. Si tratta della terza riforma economica nei tre anni dalla sua elezione. Lo scopo è da una parte aumentare l’IVA e le accise sul carburante e dall’altra estendere la tassa sul reddito anche alle classi più basse e ai pensionati (che precedentemente ne erano esclusi). Queste misure penalizzano gli strati più deboli e indigenti della popolazione colombiana.

Per affrontare la crisi economica causata dal Covid, che ha colpito molto duramente la Colombia, Duque ha deciso di introdurre un apposito fondo di ripresa. Per nutrirlo, però, è andato a pesare particolarmente sulle classi medie e basse. L’aumento dell’IVA introdotto dall’ultima riforma non colpisce infatti né la Chiesa il settore militare le grandi aziende, ma penalizza i cittadini. Ovviamente si tratta di cittadini che hanno già patito per via della pandemia e che ora in nome di questa dovrebbero soffrire ulteriormente: una sorta di circolo vizioso.

La riforma ha scatenato la reazione dei movimenti di base e ampi strati della popolazione: gruppi studenteschi, movimenti sociali, femministe, indigeni. Il 28 aprile soltanto sono scesi in piazza più di 5 milioni di manifestanti, prima solo nella capitale Bogotà e poi, a macchia d’olio, anche nel resto del paese. Gli scontri più duri sono però avvenuti il secondo giorno dello sciopero generale, il 29 aprile, sia a Bogotà che nella città di Cali. I militari hanno risposto alle manifestazioni con il pugno di ferro, arrestando e aggredendo un numero ancora imprecisato di manifestanti (parliamo comunque di diverse centinaia). Secondo un rapporto [1] di Human Rights Watch gli squadroni ESMAD (le forze colombiane anti-sommossa) avrebbero ucciso almeno 35 persone, e a Cali si è registrato anche un episodio di violenza sessuale. Alcuni manifestanti sembrano essere scomparsi.

Lo scenario è quello di una vera e propria guerriglia urbana. Le proteste sono già in partenza piuttosto violente, cariche della frustrazione accumulata dai cittadini, che sono stati sottoposti allo stesso tempo alla pandemia e all’austerità di matrice neoliberista del loro governo. La risposta feroce e repressiva della polizia ha poi esasperato la situazione.

[di Anita Ishaq]