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Greenpeace sanziona il Governo Draghi: solo “finzione ecologica”

Gli attivisti di Greenpeace, la Ong che si occupa di difendere l’ambiente, si sono recentemente recati a Roma per conferire simbolicamente ai Ministeri del governo nuove denominazioni, così da sottolineare il controverso atteggiamento dell’esecutivo nei confronti delle politiche ambientali. In tal senso, al Ministero della Transizione Ecologica è stata apposta la targa «Ministero della Finzione Ecologica», a quello delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile la targa «Ministero dei Treni Persi e dell’Immobilità elettrica», al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali è stato dato il titolo di «Ministero per gli Allevamenti Intensivi ed Altre Attività Inquinanti» e, infine, il Ministero dello Sviluppo Economico si è trasformato nel «Ministero dello Sviluppo che Distrugge il Pianeta».

I membri di Greenpeace sono contrari, nello specifico, al contenuto del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) del governo Draghi, ossia il programma di investimenti che l’Italia intende attuare nei prossimi 5 anni per risollevare l’economia interna che a breve sarà inviato alla Commissione europea: esso dovrà infatti essere approvato da Bruxelles in quanto la maggior parte dei fondi provengono dall’Ue. Gli attivisti sostengono [1] che il Pnrr [2], ad eccezione di alcuni buoni passaggi come «accumuli per rinnovabili e solare agrovoltaico», su ambiente e clima sia «davvero deludente». In tal senso, essi contestano il fatto che non vi sia nessun intervento serio per l’agricoltura ecologica, nessuna vera priorità per le energie rinnovabili e che vi sia una scarsa attenzione per la mobilità urbana sostenibile e per la cura della biodiversità. Inoltre, vi è una «porta spalancata per l’idrogeno blu di Eni, [3]prodotto da gas usando tecniche rischiose e neppure convenienti». Per tutti questi motivi l’organizzazione ritiene che «nel PNRR della transizione ecologica si veda a malapena l’ombra».

A tutto ciò si aggiunge il fatto che lo scorso mese il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha firmato [4] 7 decreti Via (Valutazione impatto ambientale) aventi ad oggetto altrettanti rinnovi di concessioni minerarie, progetti di messa in produzione di pozzi e di perforazione in diverse regioni d’Italia. Dunque, l’operato di quello che era stato definito dal premier Mario Draghi come un governo «ambientalista» suscita non pochi dubbi: la svolta verde necessaria per condurre il Paese verso un futuro più sostenibile sarà, con ogni probabilità, meno netta di quel che si pensava.

[di Raffaele De Luca]