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Val di Susa: la polizia ha ferito gravemente un’attivista No Tav

L’attivista No Tav Giovanna Saraceno, è rimasta gravemente ferita durante le manifestazioni di protesta che da due giorni attraversano la Val di Susa, si trova ora ricoverata all’ospedale Molinette di Torino con due emorragie cerebrali e fratture plurime al volto, nei prossimi giorni sarà sottoposta ad intervento maxillo facciale. Secondo il comunicato [1] rilasciato dal movimento No Tav è stata colpita in pieno volto da un lacrimogeno lanciato dalla polizia. Una ricostruzione smentita dalla polizia. Secondo la questura di Torino, infatti, «si è trattato di trauma da corpo contundente, non provocato da un lacrimogeno».

Una ricostruzione, quella della questura, messa in discussione da due video diffusi in queste ore e riguardanti la medesima giornata di proteste in cui Giovanna è stata ferita. Nel primo si vede dettagliatamente un agente di polizia puntare il lancia lacrimogeni e sparare ad altezza d’uomo in una manovra evidentemente volontaria. Nel secondo video [2], diffuso questa mattina, si sente invece un agente che, ripreso mentre parla con i suoi colleghi, afferma chiaramente: «Sì, gliene ho tirati due in faccia sulla strada». Secondo quanto riferito nel comunicato del movimento, inoltre, la polizia si sarebbe anche recata nella camera d’ospedale di Giovanna per interrogarla dopo il ricovero.

Giovanna Saraceno, storica militante No Tav pisana, stava manifestando insieme ad altri quattromila cittadini nel corteo che ha attraversato i paesi valsusini di San Didero a San Giorio, per protestare contro l’avanzamento della linea Tav Torino-Lione. Le proteste si sono intensificate negli ultimi giorni dopo che, nella notte tra il 12 e il 13 aprile, mille agenti di polizia sono intervenuti per sgomberare con la forza uno storico presidio No-Tav [3] a San Didero, dove dovrebbe sorgere un autoporto. Da allora alcuni attivisti sono rimasti sui tetti, asserragliati e circondati dalla polizia. Giovanna faceva parte di uno spezzone del corteo che si era staccato per cercare di arrivare in prossimità dei manifestanti sui tetti per portare loro solidarietà.