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Arresti e bombardamenti: la Turchia lancia la nuova offensiva contro il popolo curdo

Nell’ultima settimana, il presidente turco ha organizzato una doppia offensiva contro i curdi. La prima è di carattere militare: nella notte del 20 marzo, ha colpito le forze militari curde in Siria con un raid aereo. La seconda è di carattere politico: in vista delle vicine elezioni, ha cercato di liberarsi del principale partito di opposizione progressista e filocurdo HDP (partito democratico dei popoli). Quando l’ex deputato Ömer Faruk Gergerlioğlu, privato del seggio, si è rifiutato di lasciare il parlamento, lo ha fatto arrestare.

Nella notte del 20 marzo, dopo 17 mesi, la Turchia ha organizzato un raid aereo nel villaggio di Saida, nel nord del paese. Il raid ha colpito le postazioni militari delle SDF (Syrian Democratic Forces), impegnate sul fronte anti-jihadista. Il giorno dopo, il 21 marzo, Ömer Faruk Gergerlioğlu è stato arrestato ad Ankara, nella sede del parlamento turco. Gergerlioğlu è un importante attivista per i diritti umani ed è già stato vittima di persecuzione. Dopo aver precedentemente scontato due anni di carcere, a febbraio del 2021 è stato accusato di “propaganda” in favore del partito (considerato terrorista) PKK. La pena stabilita sono 2 anni e 6 mesi di carcere. Il 17 marzo è stato privato dello status di parlamentare e l’arresto è seguito qualche giorno dopo. Sempre il 17 marzo, Erdoğan ha cercato di dichiarare fuorilegge l’HDP, in quanto presunto braccio politico del PKK. Ha proibito l’attività politica a tutti i 687 membri e ha orchestrato vari raid nelle sedi del partito. Se la corte costituzionale riconoscerà le sue accuse, l’HDP sarà l’ottavo partito filocurdo ad essere messo al bando. Non è però detto che questo aiuterà Erdoğan a vincere le prossime elezioni.