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Auto elettriche: diritti umani o prezzi bassi? L’Europa di fronte al dilemma del cobalto

Le auto elettriche non possono fare a meno del cobalto, minerale essenziale per le batterie. Solo in Europa per abbandonare le auto fossili ne serviranno 64.000 tonnellate entro il 2030. Un problema non solo per i costi, ma per il rispetto dei diritti umani. Il maggior produttore di cobalto è il Congo, e un terzo delle sue estrazioni provengono da miniere illegali dove il lavoro minorile è una regola. Per questo motivo, tra gli obiettivi dell’UE, c’è quello di costruire una rete di estrazione di cobalto sostenibile, un’iniziativa che, se verrà realizzata, innalzerà sensibilmente i costi di queste ultime.

Il Commissario europeo per la giustizia, ha intenzione di imporre a tutte le aziende, l’obbligo di implementare un processo di due diligence, volto a identificare, prevenire e mitigare, gli impatti negativi delle operazioni commerciali globali di cobalto, sui diritti umani e sull’ambiente. Quest’ambizione tuttavia, potrebbe essere difficile da realizzare, non solo per le difficoltà che si incontreranno nel reperimento etico del cobalto, ma anche per i costi elevati. Infatti, se l’approvvigionamento sostenibile del metallo diverrà obbligatorio per le batterie vendute nell’UE, la domanda di cobalto di origine responsabile aumenterà e, di conseguenza, anche i costi delle auto elettriche. È da tenere in considerazione che, già adesso, i prezzi di questo tipo di vetture sono in fortissima ascesa. Da gennaio infatti, è stato registrato un aumento del +65%.