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Solo cibo locale nelle scuole? Per i giudici è vietato da Costituzione e normativa europea

Una recente sentenza [1] della Corte Costituzionale ha sancito l’illegittimità di una legge [2] della Regione Toscana del 2019, il cui scopo era di incentivare l’utilizzo dei prodotti a chilometro zero provenienti da filiera corta all’interno delle mense scolastiche. Il giudizio di legittimità era stato promosso dal Presidente del Consiglio nel mese di Febbraio 2020 in quanto, il consiglio dei ministri, aveva impugnato la legge in questione. Quest’ultima, prediligendo i prodotti locali, avrebbe consentito di evitare alcuni processi di trasporto, generando una riduzione delle emissioni di gas nocivi per l’ambiente. In più, avrebbe sensibilizzato ed educato gli alunni a condurre un’alimentazione sana e sostenibile, ma la Corte ha dichiarato illegittimi gli articoli 2, 3 e 4 della legge poiché contrari al principio costituzionale di “tutela della concorrenza” ed a quello di “libera circolazione delle merci”, presente sia nella Costituzione che nel diritto europeo. Tuttavia, i promotori della legge non si arrendono e ne presenteranno un’altra avente ad oggetto il medesimo contenuto tenendo conto, però, delle indicazioni fornite dalla Corte. Lo ha dichiarato Stefania Saccardi [3], vicepresidente della Regione ed assessore all’agricoltura, che ha aggiunto che la legge toscana fosse “una norma di buon senso, pionieristica e di grande valore”.

La decisione della Corte non è stata esente da critiche. Infatti, essa appare in contraddizione con i principi che vengono promossi proprio dall’Unione Europea, ossia la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini.