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Perché il mare Adriatico rischia di diventare un ecosistema morto

La pesca irresponsabile, l’accumulo di rifiuti, l’inquinamento e i cambiamenti climatici stanno mettendo a rischio l’intero ecosistema del Mar Adriatico. Insieme al confinate Mar Ionio, l’Adriatico ospita la metà delle specie marine dell’intero Mar Mediterraneo. Con oltre il 50% della produzione ittica nazionale è il principale bacino di pesca italiano e di conseguenza il più sfruttato a un ritmo tale che non consente la riproduzione e quindi il recupero delle popolazioni marine. Anche dal punto di vista industriale la situazione è preoccupante: a causa delle trivellazioni effettuate per gli impianti petroliferi e del gas si aggiunge un enorme accumulo di rifiuti. Di questi ultimi, secondo le stime del progetto ML-REPAIR [1], alla fine del 2019 ne sono state raccolte più di 14 tonnellate di cui il 33% del peso totale è costituito da materiale di uso comune come bottiglie, buste di plastica, lattine e imballaggi alimentari. Ulteriore danno proviene dalle attività di pesca commerciale e da quelle legate alla navigazione

I materiali plastici contribuiscono alla quasi totale estinzione di molte specie come la Foca Monachus Mediterranea [2], ad oggi si contano poco più di 700 esemplari rimasti, la Pinna Nobilis [3]un grande mollusco filtratore, la Patella Ferruginea [4], ormai quasi scomparsa e la Posidonia Oceanica [5], una pianta acquatica importantissima per la salute dell’ecosistema marino a tal punto che la sua presenza è il principale bioindicatore della qualità delle acque marine costiere.