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Sulla morte dell’ambasciatore Attanasio le cose sono più contorte di come sembravano

Una nuova ipotesi investigativa [1], ad opera dei missionari comboniani, ritiene che dietro la morte dell’ambasciatore Attanasio vi siano le autorità ruandesi. L’ipotesi è che il diplomatico italiano sia stato ucciso nell’operazione “Milano” organizzata dal colonnello Jean Claude Rusimbi, il cui mandante sarebbe stato il presidente del Ruanda Paul Kagame. Rusimbi avrebbe inviato il luogotenente Didier e quattro soldati “killer” nei pressi di Goma, luogo in cui è avvenuto l’assassinio. L’ambasciatore Attanasio voleva indagare sui fondi per gli aiuti umanitari “non raramente dirottati su altre finalità da ong e organizzazioni internazionali”. Inoltre, “era in possesso di informazioni scomode sui massacri nella zona”. Dunque, essendo Attanasio intenzionato a visitare i luoghi incriminati, si teme che sia stato ucciso dai signori della guerra per paura che venisse fuori la verità sulle uccisioni di massa. Ed i sospetti aumentano se si considera che, durante l’imboscata, il diplomatico fosse senza scorta dell’ONU, in quanto considerata “sicura” la strada in questione.

Luca Attanasio, ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo, è morto il 22 febbraio 2021 in seguito ad un agguato nei pressi della città di Goma, in Congo. Egli stava viaggiando in un convoglio Onu, ed insieme a lui hanno perso la vita anche l’autista del convoglio ed il carabiniere della sua scorta. Molti misteri aleggiano su questa vicenda, ultimo in ordine di tempo l’assassinio del magistrato [2] che stava indagando sulla questione.