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In Italia, i conti correnti dei cittadini iraniani sono stati misteriosamente chiusi

Molti conti correnti di Iraniani residenti in Italia sono stati misteriosamente chiusi. Per lo più le banche coinvolte – Intesa San Paolo, UniCredit, ING Direct Bank – non hanno voluto dare spiegazioni. In alcuni casi, però, hanno ammesso di essere state forzate, “dall’alto,” a chiudere i conti. Mancano prove ufficiali, ma il fatto che le chiusure siano iniziate parallelamente alle sanzioni americane contro l’Iran è quantomeno una coincidenza sospetta.

Da un giorno all’altro, molti Iraniani residenti in Italia, di cui Internazionale ha raccolto le testimonianze [1], si sono ritrovati senza denaro. Spesso con molto ritardo, hanno ricevuto lettere dalle loro banche che comunicavano la chiusura unilaterale dei conti, solitamente senza alcuna spiegazione. Una banca si è aggrappata alle norme anti-riciclaggio: l’Iran è considerato un paese con “deficienze strategiche” nel sistema di controlli sul riciclaggio e questo potrebbe motivare le chiusure dei conti. L’ipotesi più probabile resta comunque che l’Italia stia seguendo le sanzioni a suo tempo imposte dall’amministrazione Trump. Secondo la normativa europea, agli stati membri non è permesso rispettare le sanzioni statunitensi non avallate ufficialmente dalle Ue. È però un fatto che gli USA, minacciando multe e bloccando l’accesso al mercato statunitense, sono un potente fattore coercitivo. Secondo EuroNews [2], già nel 2012 ING dovette pagare una multa di 5 milioni di euro per aver violato le sanzioni statunitensi contro Cuba e Iran. Possibile che questa volta abbia deciso di non correre rischi.