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In Australia 8 adolescenti sono riusciti a portare a processo lo Stato per l’inquinamento

Otto ragazzi australiani sono riusciti a portare a processo le istituzioni, in un contenzioso sui danni climatici che inizierà oggi al tribunale di Melbourne. Nello specifico, le autorità del Nuovo Galles del Sud (NSW) sono accusate di aver approvato la proposta di espandere la miniera di Whitehaven Vickery, per estrarre una maggiore quantità di carbone, un progetto che potrebbe generare 100 milioni di tonnellate di CO2 in più, ossia circa il 20% dell’impronta climatica annuale australiana. Gli adolescenti sono sostenuti dagli avvocati di Equity Generation Lawyers [1], uno studio legale di Melbourne specializzato in diritto australiano sui cambiamenti climatici. Si farà appello al “dovere di diligenza”, ossia quello di tutelare il futuro dei giovani cercando di contenere la crisi climatica. «Hanno il dovere di prendersi cura di noi», ha affermato [2] Anj Sharma, una delle ragazze sostenitrici del caso. Inoltre gli attivisti, essendo minorenni, saranno supportati da Brigid Arthur, una suora ottantenne che svolgerà il ruolo di tutore all’interno del contenzioso.

A livello internazionale ci sono stati altri casi che hanno avuto ad oggetto i cambiamenti climatici. Nei Paesi Bassi una sentenza del 2015 ha stabilito che il governo avesse il dovere di proteggere i diritti umani di fronte ai cambiamenti climatici. Inoltre, recentemente il Tribunale amministrativo di Parigi ha condannato [3] lo Stato a una sanzione pecuniaria per non aver agito a favore del clima.