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Spagna, da sette giorni non si fermano le proteste contro i reati di opinione

La piazze spagnole esigono che siano riformate le leggi che prevedono il carcere per i reati di opinione. Per la settima notte consecutiva le strade si sono riempite di manifestanti e il loro numero continua ad aumentare. Le proteste sono iniziate il 16 febbraio, dopo l’arresto del rapper catalano Pablo Hasél, condannato al carcere [1] per il reato di esaltazione al terrorismo e ingiurie alla corona, semplicemente per il contenuto dei suoi testi. I manifestanti esigono la sua liberazione e la modifica delle legge leggi retaggio del passato franchista e delle legislazioni speciali concepite ai tempi dello scontro con gli indipendentisti baschi dell’Eta. Ieri le manifestazioni sono state imponenti, la più partecipata a Barcellona dove migliaia di persone hanno affrontato la polizia e ci sono stati 75 arresti.

Intanto le proteste contaminano la politica spagnola. Il partito di sinistra radicale Podemos è al fianco delle rivendicazioni dei manifestanti e chiede che le leggi siano riformate al più presto, creando tensioni nell’alleanza di governo col Partito Socialista. Problemi politici che toccano ancor di più la Catalogna, dove dopo le elezioni del 15 febbraio i partiti indipendentisti stanno cercando di formare una coalizione di governo. Il partito indipendentista anticapitalista Cup, i cui 9 seggi sono fondamentali, ha però dichiarato che la sua entrata nel governo passa necessariamente da una riforma dei Mossos d’Esquadra, la polizia catalana.