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Google si arrende all’Australia e accetta di pagare per i contenuti che pubblica

Il colosso di Mountain View china la testa e cede allo stato australiano, accettando un accordo che gli impone di pagare milioni di euro ai media australiani per le notizie prodotte e che, pubblicate online, generano traffico e introiti pubblicitari per i colossi tecnologici. Con l’accordo con la grande società di media Seven West Media, Google ha accettato di pagare per i contenuti prodotti dai giornalisti, parallelamente la multinazionale americana ha lanciato la piattaforma “News Snowcase”, attraverso la quale i piccoli editori riceveranno compensi in base alle visualizzazioni sul motore di ricerca.

Le mosse di Google sono il frutto della posizione del parlamento australiano, che sta approvando una legge per imporre ai colossi del web di pagare gli autori per i contenuti. Google, dopo l’iniziale minaccia di ritirare i propri servizi [1] dal Paese, di fronte alla determinazione del governo ad andare avanti ha cercato – tramite il lancio di News Snowcase e gli accordi privati con gli editori – di giocare d’anticipo. Meglio perdere qualche milione che vedere approvata una legge che costituirebbe un pericoloso precedente mondiale. Tuttavia il governo australiano pare comunque intenzionato ad andare avanti e approvare la legge, pensata per supportare il giornalismo, sempre più in balia di un mercato pubblicitario dominato dai colossi del web: per ogni $ 100 di spesa pubblicitaria online, 53 vanno a Google , 28 a Facebook e 19 a tutti gli altri.