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Studiare musica migliora il cervello, indipendentemente dal talento

Secondo uno studio [1] condotto dai neurologi delle Università di Stanford e Zurigo, studiare musica aumenta le capacità cerebrali. Gli studiosi, partiti da una ricerca incentrata su come l’abilità di riconoscere il tono – l’intervallo musicale tra due suoni – influisce sul cervello, sono giunti ad una conclusione inaspettata. Questi infatti hanno scoperto che, l’allenamento musicale, comporta una maggiore connettività tra le regioni cerebrali, a prescindere dal proprio talento.

Lo studio ha coinvolto 153 individui di sesso maschile e femminile, di cui 52 musicisti professionisti, 51 musicisti non professionisti e 50 non musicisti. Con l’utilizzo di metodi specifici atti a valutare le conseguenze della musica sugli emisferi del cervello, i ricercatori hanno rilevato che gli effetti erano identici nei musicisti professionisti e non, ma assenti nei non musicisti. Non sono però stati riscontrati particolari effetti sulla connettività cerebrale, dovuti al genio musicale dei 52 partecipanti all’esperimento. Infatti, i due gruppi di musicisti hanno mostrato risultati simili. Questo vuol dire che, l’allenamento musicale a lungo termine può essere associato a rilevanti cambiamenti nel cervello, ma che il genio musicale di cui pochi musicisti sono dotati, comporterebbe effetti impercettibili, i quali richiederebbero ricerche più mirate. Inoltre, lo studio conferma che, studiare musica in giovane età, comporta la formazione di connessioni strutturali ancora più forti tra aree distinte del cervello, le quali permettono di svolgere compiti cognitivi complessi.