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L’Italia revoca l’export di bombe verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi

Il Governo italiano ha deciso di revocare le autorizzazioni in corso per l’esportazione di missili e bombe aeree verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. È un atto dalla portata storica: avviene per la prima volta dall’entrata in vigore della Legge 185 del 1990 [1] sull’export di armi. Nel dicembre 2020 la Commissione Esteri aveva votato [2] l’embargo sulle armi ai Paesi coinvolti nella guerra in Yemen, chiedendo al governo di impegnarsi a revocare le licenze in essere. Secondo quanto riporta [3] la Rete Italiana Pace e Disarmo, «il provvedimento riguarda almeno 6 diverse autorizzazioni già sospese con decisione presa a luglio 2019». Tra queste c’è la licenza MAE 45560, decisa verso l’Arabia Saudita nel 2016 durante il Governo Renzi, «relativa a quasi 20mila bombe aeree della serie MK per un valore di oltre 411 milioni di euro». La revoca di questa licenza cancellerà la fornitura di oltre 12.700 ordigni.

Con la decisione del governo di revocare le licenze, nessun ordigno fabbricato in Italia contribuirà oltre nel peggiorare la situazione umanitaria in Yemen, dove la guerra civile è in corso dal 2015. Tra gli ordigni ritrovati in Yemen dai ricercatori dell’Onu ci sono anche le bombe prodotte dalla RWM Italia. La decisione del governo conferma dunque la necessità di indagare sulla responsabilità penale dell’Unità per le Autorizzazioni dei Materiali di Armamento (UAMA) e di RWM Italia nelle esportazioni di bombe della serie MK.