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Dal grafene allo zinco: si cercano soluzioni sostenibili per le batterie per veicoli elettrici

Le emissioni legate alla produzione di una batteria per veicoli elettrici (EV) sono all’incirca equivalenti a quelle derivanti dalla produzione del resto del veicolo. È quanto è emerso da una stima condotta dall’Università della California, Berkeley. Lo studio, riassunto in un brief [1], ha fatto luce sulle criticità del settore. Per far sì che la fornitura di batterie soddisfi la domanda in modo sostenibile, sono però al vaglio diverse soluzioni. La più recente è quella proposta dall’azienda israeliana StoreDot. Utilizzando strati sovrapposti di nanomateriali e composti organici, questa batteria alternativa richiederebbe minori quantità di litio. Tuttavia, manca ancora un ‘caricatore’ capace di fornire la potenza necessaria ad effettuare la carica entro i tempi record promessi: 5 minuti. Allo scopo poi di ridurre o eliminare l’impiego di litio, il metallo legato al maggior impatto ambientale, sono allo studio diversi materiali. È il caso del grafene o della perovskite. Oppure ancora quello di un prototipo di una batteria a base di zinco senza anodi che utilizza materiali economici e abbondanti.

Secondo una stima dell’Energy Transition Outlook, entro il 2032, un veicolo su due sarà mosso da energia elettrica. Dall’elevata richiesta idrica per la produzione di litio al problema del riciclaggio e dello smaltimento: le sfide da affrontare sono diverse e più che mai urgenti. Entro il 2030, intanto, si spera in una riduzione del 50% delle emissioni legate al ciclo di vita di un EV.