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Covid, i dati Istat sui tassi di mortalità 2020 aiutano a far luce sui numeri

Tra marzo e novembre 2020, in Italia si è visto un incremento dei decessi di 85mila persone rispetto alla media del quadriennio precedente: 547.369 morti rispetto alla media di 461.746. Quanto ha inciso la pandemia da Covid-19 nell’aumento dei decessi? Nel giro di un anno, la mortalità è cresciuta del 19%. Le rilevazioni [1] pubblicate dall’Istat mostrano però come la pandemia abbia colpito alcune zone più di altre. La provincia di Bergamo è stata la più colpita, soprattutto nella prima ondata. Ha registrato un incremento di morti dell’86%, con una variazione del +574,7% solo a marzo.

In una nota [2] dell’Istat di maggio, si legge che «l’ammontare totale dei decessi nel 2020 è il risultato dell’interazione di diverse componenti: la mortalità direttamente imputabile a Covid-19 e la mortalità per altre cause non direttamente ad esso correlata. Quest’ultima componente, a sua volta, è stata in parte modificata dagli effetti indiretti dell’epidemia». Soprattutto nelle regioni più colpite dalla pandemia, c’è una forbice ampia tra morti per coronavirus ed eccesso di morti. Una prima ipotesi per questa discrepanza è che ci siano stati decessi non registrati come pazienti Covid, soprattutto durante la prima ondata, quando i tamponi processati non erano sufficienti. Ma l’altra questione da tenere in considerazione è che diverse malattie hanno risentito degli effetti indiretti della pandemia, soprattutto quelle per cui non è stato possibile fare prevenzione e offrire cure adeguate.