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Covid, l’isolamento aumenta i casi di suicidio e autolesionismo tra gli adolescenti

Aumentano gli episodi di autolesionismo o in alcuni casi di tentativi di suicidio tra bimbi ed adolescenti. A lanciare l’allarme è Stefano Vicari, primario dell’unità operativa complessa di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza del nosocomio pediatrico romano. “È anche a causa del Covid-19 e di questo periodo se sono aumentati atti autolesionistici e suicidari che hanno segnato una crescita di disturbi mentali sia nei ragazzi che nei bambini: irritabilità, ansia, sonno disturbato. Da ottobre ad oggi, quindi dopo la prima ondata Covid, abbiamo registrato un aumento dei ricoveri del 30% circa. Fino ad ottobre avevamo il 70% dei posti letto occupati (8 in tutto), oggi il 100%. Nel 2011 abbiamo avuto 12 ricoveri per attività autolesionistica, a scopo suicidario e non, mentre nel 2020 oltre 300, quindi quasi uno al giorno”.

Il fenomeno non è diffuso solo in Italia: in Europa le ultime statistiche ci dicono che almeno il 25% degli adolescenti pratica autolesionismo. A livello globale, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i suicidi si collocano al secondo posto tra le cause di morte nella fascia d’età dai 15 ai 29 anni e lo stesso vale per i giovani italiani dai 15 ai 24. “È necessario avere un quadro chiaro dell’impatto che questo nuovo fattore di stress avrà sulla salute mentale e sul benessere, al fine di sviluppare e diffondere interventi appropriati per la popolazione e soprattutto per i gruppi più a rischio.