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Israele, dai primi dati ufficiali emergono dubbi sull’efficacia del vaccino Pfizer

Il ministero della Salute ha riferito che oltre 12.400 residenti israeliani sono risultati positivi al Covid dopo essere stati vaccinati, tra questi 69 avevano già ricevuto la seconda dose. Ciò equivale al 6,6% delle 189.000 persone vaccinate. È ancora difficile trarre conclusioni sull’efficacia del vaccino: delle 20.000 persone testate tra il 15° e il 21° giorno post-vaccino, circa il 7,2% sono risultate positive: particolare che aumenta i dubbi sula reale efficacia visto che secondo i dati diffusi dalla Pzizer in questa finestra la copertura dovrebbe essere garantita tra il 56 e l’89%. Israele è la nazione che ha effettuato più vaccinazioni al mondo: circa 2,15 milioni, di cui 300.000 hanno già ricevuto una seconda dose. Ad oggi, circa l’80% delle persone over 70 sono state vaccinate. Secondo quanto riportato dal quotidiano israeliano Haaretz [1] in alcuni gruppi di età il rapporto dei test positivi rispetto ai test effettuati tra i vaccinati corrisponde a quello riscontrato nella popolazione generale. Nonostante il record di vaccinazioni, il 18 gennaio Israele ha registrato anche il record di contagi: 10.021 casi su 100.000 tamponi effettuati, con un tasso di positività generale del 10,2%.

Pfizer aveva riferito che il vaccino si era dimostrato altamente efficace tra le persone di età pari o superiore a 65 anni, fornendo una protezione del 95% tra i 7.000 partecipanti in quel gruppo di età nelle sue prove. Tuttavia, scrive Haaretz, “questo risultato dovrà trovare conferme nella vita reale”.