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Tornano gli scontri etnici in Darfur: oltre 100 morti in 3 giorni

Nella regione del Darfur, in Sudan, alcuni gruppi etnici rivali si sono scontrati, provocando la morte di 47 persone. L’accaduto di lunedì si va ad aggiungere a quanto successo due giorni prima: oltre 80 civili sono rimasti uccisi in una serie di violenze commesse in altre parti della regione.

La notizia delle uccisioni arriva a due settimane da quando, le forze di pace delle Nazioni Unite e dell’Unione Africana hanno dichiarato conclusa la propria missione nel Paese. Il 31 dicembre, UNAMID [1], attiva da 13 anni in Sudan, ha affermato che il governo sudanese si sarebbe assunto tutta la responsabilità di provvedere alla sicurezza della regione e di fornire ai residenti i servizi necessari. Le truppe e il personale di polizia della missione si sono impegnate nel ritiro dei propri uomini (circa 8.000), che avverrà gradualmente in 6 mesi. 

Il conflitto nel Darfur si è intensificato a partire dal 2003, quando le forze governative e le milizie arabe sono state accusate di atrocità verso i ribelli. La violenza scoppiata di recente, è una delle peggiori dalla firma dell’accordo di pace tra governo e ribelli il 3 ottobre [2]. Le ex forze ribelli si sono impegnate a deporre le armi, ma decenni di conflitto hanno lasciato la vasta regione occidentale divisa da aspre rivalità. Le questioni chiave includono ancora la proprietà della terra e l’accesso all’acqua, ad esempio. Il ritiro di UNAMID, inoltre, lascerà i civili più vulnerabili.