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La storia del rider che guadagna 4.000 euro al mese è una bufala totale

Sta facendo molto discutere la storia di Emiliano Zappalà, ex commercialista. L’uomo, che ha perso il lavoro durante il coronavirus, si è reinventato rider, guadagna fino a 4.000 euro al mese ed è felice.

È una bufala. Anche il nome.

La storia, pubblicata da La Stampa, proviene da un articolo cartaceo del Messaggero e anch’esso contiene false informazioni. La fonte della smentita è il diretto interessato che ha risposto alle domande di Fionda. [1]

Il nome corretto è Emanuele Zappalà e non è mai stato un commercialista. L’uomo lavora come rider da circa un anno e mezzo, non dal lockdown. I 100 km che secondo La Stampa percorre tutti i giorni in bici sono percorsi in moto e anche i guadagni, sono falsi. Zappalà percepisce circa 1600 euro mensili

Il sindacato riders Union di Bologna [2] ha commentato il fatto affermando che di rider felici nelle strade, non se ne vedono dalla firma del contratto collettivo [3], ad opera di UGL e Assodelivery. I riders bolognesi hanno aggiunto poi di conoscere un tale Emanuele Zappalà, firmatario del contratto. “Se si trattasse della stessa persona – scrivono – non ci stupirebbe la cattiva informazione fatta.”

Ora: in media un rider [4]che fa consegne come extra, guadagna € 345 mensili; un rider a tempo pieno, invece, ne percepisce € 839. Un ciclofattorino, “percorrendo 100 km al giorno in bici”, dovrebbe lavorare fino a 400 ore al mese per ottenere gli stipendi citati nella fake news in questione.