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Usa e Israele mandano navi da guerra davanti le coste iraniane, Teheran: “pronti a rispondere”

L’Iran aveva avvisato Israele di non superare le linee rosse stabilite nella regione del Golfo. Il 28 dicembre, il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano, Saeed Khatibzadeh, ha messo in guardia chiunque provasse ad attraversarle, affermando che “la Repubblica Islamica dell’Iran è pronta a difendersi contro qualsiasi avventura militare che gli Stati Uniti intendono intraprendere prima dell’uscita del presidente Donald Trump”. Queste le sue parole dopo che, le autorità egiziane sono state informate delle mosse delle due navi da guerra e dei sottomarini della Marina Statunitense e israeliani che si stavano dirigendo nelle acque del Golfo arabo con lo scopo di mettere in guardia Teheran.

Tali episodi giungono in prossimità di due eventi particolari: l’uccisione dello scienziato iraniano Mohsen Fakhrizadeh [1], considerato il capo del programma nucleare di Teheran e il primo anniversario della morte del comandante della Quds Force iraniana, Qassem Soleimani, e del vicecomandante delle Forze di Mobilitazione Popolare, Abu Mahdi al-Muhandis, uccisi in un raid ordinato da Trump contro l’aeroporto internazionale di Baghdad. Le tensioni tra Iran e Usa si sono intensificate già a seguito del ritiro unilaterale di Washington dall’accordo sul nucleare iraniano che ha comportato l’imposizione di nuove sanzioni e una politica di massima pressione contro l’Iran. Secondo gli Usa, il rischio che quest’ultimo commetta un errore di calcolo è altissimo con un conseguente rischio di peggioramento delle relazioni tra di essi.