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Vaccini Covid, cosa dicono i primi studi sugli effetti collaterali

 

Con l’inizio delle vaccinazioni emergono anche i primi dati su eventuali effetti collaterali che possono seguire la somministrazione. Oggi, ad esempio, il Regno Unito, attraverso l’Mhra, la sua agenzia del farmaco, ha raccomandato di non sottoporre a vaccinazione anti Covid pazienti particolarmente soggetti a reazioni allergiche. L’indicazione è arrivata dopo che due persone, fra le centinaia che hanno ricevuto il vaccino hanno avuto una forte allergia.

Secondo uno studio realizzato dall’FDA [1] (ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti farmaceutici) sul vaccino Pfizer-BioNTech, la maggior parte dei soggetti avverte dolore attorno alla zona dell’iniezione (84,1%). Il 63%, invece, dice di aver provato affaticamento, il 55% mal di testa e il 38,3 % dolore muscolare. A questi si aggiungono gli individui che affermano di aver avuto brividi per tutto il corpo (quasi 32%), dolori articolari (23,6%) e febbre nel 14,2% dei casi.

Reazioni più gravi si sono verificate in percentuali quasi inconsistenti: tra lo 0,0% al 4,6% dei partecipanti, in particolare dopo la somministrazione della seconda dose e in partecipanti con età superiore ai 55 anni. Ad esempio un’infermiera ha dichiarato di aver avuto effetti minimi dopo la prima dose e febbre molto alta dopo la seconda, a cui si sono aggiunti brividi e mal di testa. I ricercatori sostengono che sia abbastanza raro che un solo individuo manifesti i sintomi tutti insieme.

Tuttavia gli effetti meno gravi pare si attenuino nel giro di pochi giorni.