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Thailandia: proteste di massa contro il re e la dittatura militare

Migliaia di manifestanti si sono accampati davanti all’ufficio del primo ministro Prayuth Chan-ocha, mercoledì 14 Ottobre in Thailandia. Il movimento di protesta, che dura da tre mesi, mira a rimuovere Prayuth, che ha preso il potere con un colpo di stato nel 2014 e nel 2019 si è assicurato il mandato grazie al voto dei militari. Ieri al calare dell’oscurità, la folla, composta principalmente da giovani, si è radunata ai cancelli della Government House (Camera del governo utilizzata per funzioni statali e ricevimenti ) e molti si sono seduti dicendo di essere intenzionati a rimanere per almeno tre giorni.

La polizia e il governo hanno esortato i manifestanti a disperdersi e minacciato di perseguirne alcuni, ritenendo la protesta non pacifica. Infatti, alla Government House, alcuni dimostranti hanno insultato imponendo immagini del re incorniciate d’oro, un atto sulla lesa maestà, punibile fino a 15 anni di carcere secondo le leggi thailandesi.

Durante la notte, il governo ha proclamato lo stato di emergenza, vietando raduni di più di quattro persone e vietando i post online ritenuti una minaccia alla sicurezza nazionale. Sono stati inoltre arrestati alcuni leader della protesta, mentre si segnalano in diverse zone del paese scontri tra manifestanti anti-governativi e fazioni di cittadini leali alla monarchia tailandese.